Riportiamo qui il comunicato integrale della Consulta della Bicicletta di Palermo, circa il recente provvedimento che inibisce il transito di tutti i velocipedi lungo gli assi di via Maqueda e via V. Emanuele.
Diciamolo chiaramente, camminare in bici in questi assi è diventato molto difficile se non addirittura impossibile. Fatta eccezione per quelli che sfrecciano mettendo a serio rischio l’incolumità delle persone a piedi.
E a rimetterci è un’intera categoria. Ma al netto di ciò, perché si punta il dito contro tutti i velocipedi (elettrici e non) mentre carrozze e apecalessini continueranno a essere liberi di scorazzare lungo queste aree? Per completezza ci sarebbe anche il trenino turistico, e i vari motorini elettrici (taroccati). Insomma, un provvedimento non proprio imparziale e discriminante.
Tavoli e sedie dappertutto? La responsabilità è anche della politica che ha prorogato più di una volta la concessione suolo pubblico post covid, oltre che controlli carenti. Perché in una città che si può definire normale,
I componenti della Consulta della Bicicletta del Comune di Palermo esprimono forte disappunto in merito alla scelta dell’Amministrazione comunale di non procedere al rinnovo del suddetto organo consultivo. Il mancato rinnovo della Consulta, a un anno e mezzo dall’insediamento della nuova Giunta, appare la conferma di una politica in contrasto con gli annunciati obiettivi di sviluppo della mobilità sostenibile. La riduzione e la “stagionalizzazione” dell’isola pedonale di Mondello, la Domenica in Favorita senza la chiusura alle auto, l’incomprensibile scetticismo verso il tram e nessun progetto di estensione della ZTL sono solo alcuni esempi che dimostrano quanto sia lontana Palermo dalle altre città europee. A tutto questo si aggiunge adesso il discriminante e sproporzionato divieto di circolazione per bici e monopattini (ma non per carrozze e ape calesse?) in via Maqueda e Corso Vittorio Emanuele, che avrebbe categoricamente dovuto essere preceduto dalla realizzazione delle vie ciclabili alternative indicate dalla Consulta (piste ciclabili/corsie preferenziali in via Roma e pista bidirezionale da via Bonello a via Dante attraverso via Papireto).Altrettanto eloquente è il fatto che l’Amministrazione stia puntualmente disattendendo le soluzioni che la Consulta aveva suggerito e che in molti casi erano state condivise dagli stessi uffici comunali. La Consulta aveva espresso perplessità sulla realizzazione della pista ciclabile Stazione-Università, almeno nei termini in cui è stata progettata, avanzando una serie di proposte migliorative, che sono state ignorate. Aveva già raggiunto un’intesa con il RUP della Costa Sud, nel senso di rendere finalmente funzionale la pista ciclabile che dal Foro Italico consentirebbe di raggiungere senza soluzione di continuità Acqua dei Corsari, mentre si apprende adesso che il Comune intende trasformare via Messina Marine in una strada a quattro corsie, eliminando la pista ciclabile.
𝐏𝐞𝐫 𝐭𝐚𝐥𝐢 𝐫𝐚𝐠𝐢𝐨𝐧𝐢 𝐢 𝐜𝐨𝐦𝐩𝐨𝐧𝐞𝐧𝐭𝐢 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐂𝐨𝐧𝐬𝐮𝐥𝐭𝐚 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐁𝐢𝐜𝐢𝐜𝐥𝐞𝐭𝐭𝐚 𝐜𝐡𝐢𝐞𝐝𝐨𝐧𝐨:
𝟏) 𝐥’𝐢𝐦𝐦𝐞𝐝𝐢𝐚𝐭𝐨 𝐫𝐢𝐧𝐧𝐨𝐯𝐨 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐂𝐨𝐧𝐬𝐮𝐥𝐭𝐚;
𝟐) 𝐥𝐚 𝐫𝐢𝐦𝐨𝐝𝐮𝐥𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐝𝐞𝐥 𝐝𝐢𝐯𝐢𝐞𝐭𝐨 𝐝𝐢 𝐭𝐫𝐚𝐧𝐬𝐢𝐭𝐨 𝐢𝐧 𝐯𝐢𝐚 𝐌𝐚𝐪𝐮𝐞𝐝𝐚 𝐞 𝐂𝐨𝐫𝐬𝐨 𝐕𝐢𝐭𝐭𝐨𝐫𝐢𝐨 𝐄𝐦𝐚𝐧𝐮𝐞𝐥𝐞 𝐧𝐞𝐥 𝐬𝐞𝐧𝐬𝐨 𝐝𝐚 𝐮𝐧 𝐥𝐚𝐭𝐨 𝐝𝐢 𝐞𝐬𝐭𝐞𝐧𝐝𝐞𝐫𝐥𝐨 𝐚𝐝 𝐨𝐠𝐧𝐢 𝐚𝐥𝐭𝐫𝐨 𝐦𝐞𝐳𝐳𝐨 𝐝𝐢 𝐭𝐫𝐚𝐬𝐩𝐨𝐫𝐭𝐨 𝐞 𝐝𝐚𝐥𝐥’𝐚𝐥𝐭𝐫𝐨 𝐝𝐢 𝐞𝐬𝐜𝐥𝐮𝐝𝐞𝐫𝐞 𝐢 𝐭𝐫𝐚𝐭𝐭𝐢 𝐞 𝐠𝐥𝐢 𝐨𝐫𝐚𝐫𝐢 𝐜𝐚𝐫𝐚𝐭𝐭𝐞𝐫𝐢𝐳𝐳𝐚𝐭𝐢 𝐝𝐚 𝐬𝐜𝐚𝐫𝐬𝐚 𝐚𝐟𝐟𝐥𝐮𝐞𝐧𝐳𝐚 𝐝𝐢 𝐩𝐞𝐝𝐨𝐧𝐢;
𝟑) 𝐥𝐚 𝐫𝐞𝐚𝐥𝐢𝐳𝐳𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐢𝐧 𝐯𝐢𝐚 𝐑𝐨𝐦𝐚 𝐝𝐢 𝐩𝐢𝐬𝐭𝐞 𝐜𝐢𝐜𝐥𝐚𝐛𝐢𝐥𝐢 𝐢𝐧 𝐞𝐧𝐭𝐫𝐚𝐦𝐛𝐢 𝐢 𝐬𝐞𝐧𝐬𝐢 𝐝𝐢 𝐦𝐚𝐫𝐜𝐢𝐚 𝐨 𝐪𝐮𝐚𝐧𝐭𝐨 𝐦𝐞𝐧𝐨 𝐢𝐥 𝐫𝐢𝐩𝐫𝐢𝐬𝐭𝐢𝐧𝐨 𝐝𝐢 𝐜𝐨𝐫𝐬𝐢𝐞 𝐩𝐫𝐞𝐟𝐞𝐫𝐞𝐧𝐳𝐢𝐚𝐥𝐢 𝐝𝐞𝐥𝐢𝐦𝐢𝐭𝐚𝐭𝐞 𝐝𝐚 𝐜𝐨𝐫𝐝𝐨𝐥𝐢 𝐢𝐧 𝐩𝐫𝐨𝐦𝐢𝐬𝐜𝐮𝐨 𝐜𝐨𝐧 𝐓𝐏𝐋 𝐞 𝐥𝐚 𝐩𝐫𝐞𝐯𝐢𝐬𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐬𝐮𝐥𝐥’𝐢𝐧𝐭𝐞𝐫𝐨 𝐚𝐬𝐬𝐞 𝐝𝐞𝐥 𝐥𝐢𝐦𝐢𝐭𝐞 𝟑𝟎 𝐤𝐦/𝐡;
𝟒) 𝐥𝐚 𝐫𝐞𝐚𝐥𝐢𝐳𝐳𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐝𝐢 𝐮𝐧𝐚 𝐩𝐢𝐬𝐭𝐚 𝐜𝐢𝐜𝐥𝐚𝐛𝐢𝐥𝐞 𝐛𝐢𝐝𝐢𝐫𝐞𝐳𝐢𝐨𝐧𝐚𝐥𝐞 𝐝𝐚 𝐯𝐢𝐚 𝐁𝐨𝐧𝐞𝐥𝐥𝐨 𝐚 𝐯𝐢𝐚 𝐃𝐚𝐧𝐭𝐞 𝐚𝐭𝐭𝐫𝐚𝐯𝐞𝐫𝐬𝐨 𝐯𝐢𝐚 𝐏𝐚𝐩𝐢𝐫𝐞𝐭𝐨;
𝟓) 𝐥𝐚 𝐦𝐨𝐝𝐢𝐟𝐢𝐜𝐚 𝐝𝐞𝐥 𝐭𝐫𝐚𝐜𝐜𝐢𝐚𝐭𝐨 𝐒𝐭𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞-𝐔𝐧𝐢𝐯𝐞𝐫𝐬𝐢𝐭𝐚̀ 𝐧𝐞𝐥 𝐬𝐞𝐧𝐬𝐨 𝐩𝐫𝐨𝐬𝐩𝐞𝐭𝐭𝐚𝐭𝐨 𝐝𝐚𝐥𝐥𝐚 𝐂𝐨𝐧𝐬𝐮𝐥𝐭𝐚;
𝟔) 𝐢𝐥 𝐭𝐚𝐬𝐬𝐚𝐭𝐢𝐯𝐨 𝐦𝐚𝐧𝐭𝐞𝐧𝐢𝐦𝐞𝐧𝐭𝐨, 𝐢𝐥 𝐦𝐢𝐠𝐥𝐢𝐨𝐫𝐚𝐦𝐞𝐧𝐭𝐨 𝐞 𝐢𝐥 𝐜𝐨𝐦𝐩𝐥𝐞𝐭𝐚𝐦𝐞𝐧𝐭𝐨 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐩𝐢𝐬𝐭𝐚 𝐜𝐢𝐜𝐥𝐚𝐛𝐢𝐥𝐞 𝐜𝐡𝐞 𝐝𝐚 𝐒𝐚𝐧𝐭’𝐄𝐫𝐚𝐬𝐦𝐨 𝐠𝐢𝐮𝐧𝐠𝐞 𝐟𝐢𝐧𝐨 𝐚𝐝 𝐀𝐜𝐪𝐮𝐚 𝐝𝐞𝐢 𝐂𝐨𝐫𝐬𝐚𝐫𝐢 𝐥𝐮𝐧𝐠𝐨 𝐯𝐢𝐚 𝐌𝐞𝐬𝐬𝐢𝐧𝐚 𝐌𝐚𝐫𝐢𝐧𝐞, 𝐧𝐨𝐧 𝐞𝐬𝐬𝐞𝐧𝐝𝐨 𝐨𝐯𝐯𝐢𝐚𝐦𝐞𝐧𝐭𝐞 𝐥𝐞 𝐩𝐢𝐬𝐭𝐞 𝐜𝐡𝐞 𝐝𝐨𝐯𝐞𝐬𝐬𝐞𝐫𝐨 𝐞𝐬𝐬𝐞𝐫𝐞 𝐫𝐞𝐚𝐥𝐢𝐳𝐳𝐚𝐭𝐞 𝐥𝐮𝐧𝐠𝐨 𝐥𝐚 𝐜𝐨𝐬𝐭𝐚 𝐮𝐧’𝐨𝐩𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐝𝐢 𝐦𝐨𝐛𝐢𝐥𝐢𝐭𝐚̀, 𝐦𝐚 𝐝𝐞𝐢 𝐩𝐞𝐫𝐜𝐨𝐫𝐬𝐢 𝐝𝐢 𝐬𝐩𝐨𝐫𝐭 𝐞 𝐬𝐯𝐚𝐠𝐨 𝐩𝐞𝐫 𝐢𝐥 𝐭𝐞𝐦𝐩𝐨 𝐥𝐢𝐛𝐞𝐫𝐨.
Io aggiungerei che i fornitori dei negozi o dei bar abbiano orari prestabili per rifornire per esempio dalle 7 alle 9 come si fa a latitudini civili al nord invece di camminare tre furgoni di media grande dimensione.
@normanno gli orari di carico e scarico sono presenti anche qua dalle 7 alle 10 e dalle 14 alle 16.
Il problema rimane sempre lo stesso, mancanza totale di controllo. (ESEMPIO, mai visto fermare ad una di queste finte bici elettriche o a qualcuno che sfreccia)
Frequento giornalmente coso vittorio, e questa ordinanza è una boiata tremenda, in quanto si basa su 5 stronzi, invece che su 100 rispettosi.
Faccio notare che, in tutte le città europee, che ho visitato, mai e poi mai, ho visto percorrere le zone pedonali da pattuglie in auto (qua capita anche 5 pattuglie in mezz’ora, con i finestrini ben chiusi), che i taxi e ncc, si recano alla destinazione usando il percorso più breve e non quello più comodo, e per finire mai visti autorizzati stalli davanti a monumenti (il monumento in questione è la cattedrale).
@normanno, e come se c’è! E’ del 2017
https://servizionline.comune.palermo.it/portcitt/docs/documento/82053/A2017/M06/G28/circolare_n._6_2017.pdf
ed esiste anche una circolare del 2015 sullo stesso argomento
https://www.comune.palermo.it/js/server/uploads/normativa/_14102019082010.pdf
Poi, chi vuol capire capisca…
@Ottone se esistono gli orari nessuno li rispetta basta camminare per via maqueda per rendersene conto oltre che monopattini e biciclette i vigili urbani dovrebbero multare anche i fornitori
Comunque bellissima l’immagine proposta sopra con il basolato anche se, essendo zona pedonale, i marciapiedi non hanno più motivo di esistere